Scheda sintetica di progetto
"Bridge the language gaps in relieving suffers"
Soccorrere andando oltre le difficoltà della lingua
A volte possono essere un po' difficili da compilare,sicuramente è faticoso....Nonostante questo l'aver compilato una scheda sintetica di progetto può essere la differenza tra riuscire e non riuscire in un'impresa: realizzare qualcosa di nuovo
La scheda sintetica di progetto è un documento volto a rappresentare in ottica prospettica quello che vogliamo fare , come lo vogliamo fare in auli tempi e con quali risorse.
L'aver fissato dei punti fermi da raggiungere ci permetterà di comprendere se stiamo "navigando" nella direzione desiderata oppure se è necessario un correttivo.
Una scheda di progetto tipica dovrebbe contenerealcune informazioni base:
- Un titolo e uno slogan che rendano immediatamente l'idea dell'obiettivo
- Il contesto, una breve descrizione del mondo nel quale vogliamo operare.
- L'esigenza che ci ha portato a proporre un progetto di attività
- Gli obiettivi che ci si pone
- Il tempo di realizzazione del progetto (o almeno del progetto pilota)
- I beneficiari principali e secondari (indiretti) del progetto stesso
- Le attività che vogliamo mettere in essere per rispondere all'esigenza
- Il come vogliamo realizzarle (strategia)
- I risultati attesi e i misuratori di risultato
- Il budget e i partner nel progetto
A partire dall'idea pubblicata nel mio ultimo post "soccorrere chi non parla italiano" ho provato a realizzare la prima bozza della scheda di progetto.
La propongo alla blogsfera per suggerimenti, consigli e anche, perchè no?, qualche critica
Languages Vademecum
(Bridge the language gaps in relieving suffers)
Contesto
Popolazione straniera nell'UE
(Fonte eurostat)
Il numero totale di stranieri
(individui che non sono cittadini del paese in cui risiedono)
dimoranti nel territorio di uno Stato membro dell'UE alla data del 1°
gennaio 2010 era di 32,5 milioni di persone, pari al 6,5 % della
popolazione dell'UE-27. Più di un terzo (12,3 milioni di persone in
totale) di tutti gli stranieri che risiedevano nell'UE-27 al 1°
gennaio 2010 era costituito da cittadini di un altro Stato membro
dell'UE.
In termini assoluti, il numero più
elevato di stranieri residenti nell'UE si registra in Germania (7,1
milioni di persone al 1° gennaio 2010), Spagna (5,7 milioni), Regno
Unito (4,4 milioni), Italia (4,2 milioni) e Francia (3,8 milioni).
Gli stranieri residenti in questi cinque Stati membri rappresentano
complessivamente il 77,4 % del totale di stranieri nell'UE-27, mentre
gli stessi cinque Stati membri hanno una quota del 62,8 % dell'intera
popolazione dell'UE-27. In termini relativi, lo Stato membro dell'UE
con la quota più elevata di stranieri è il Lussemburgo, dove essi
rappresentavano all'inizio del 2010 il 43,0 % del totale della
popolazione. Gli stranieri residenti in Lussemburgo sono in grande
maggioranza (86,3 %) cittadini di altri Stati membri dell'UE. Alla
data del 1° gennaio 2010, una quota elevata di stranieri (il 10 % o
più della popolazione residente) era registrata anche in Lettonia,
Cipro, Estonia, Spagna e Austria.
Nella maggior parte degli Stati
membri gli stranieri sono in maggioranza cittadini di paesi non
membri dell'UE (paesi terzi). All'inizio del 2010 i cittadini di
altri Stati membri dell'UE rappresentavano invece la maggioranza
degli stranieri in Lussemburgo, Irlanda, Belgio, Slovacchia, Cipro e
Ungheria. Nel caso della Lettonia e dell'Estonia, la quota di
cittadini di paesi terzi è particolarmente elevata per effetto
dell'alto numero di stranieri riconosciuti: si tratta principalmente
di cittadini dell'ex Unione sovietica che sono permanentemente
residenti in tali paesi senza aver acquisito la cittadinanza
lettone/estone o un'altra cittadinanza.
Quanto alla distribuzione per
continente di origine degli stranieri di paesi terzi che risiedono
nell'UE, la quota più elevata (36,5 %) è costituita da cittadini di
un paese europeo non membro dell'UE-27. In totale essi sono 7,2
milioni, di cui più della metà provenienti da Turchia, Albania e
Ucraina. Seguono poi gli stranieri provenienti dall'Africa (25,2 %),
dall'Asia (20,9 %), dalle Americhe (16,4 %) e dall'Oceania (0,9 %).
Più della metà dei cittadini di paesi africani residenti nell'UE
proviene da paesi dell'Africa settentrionale, spesso Marocco o
Algeria. Molti degli stranieri di origine asiatica residenti nell'UE
provengono dall'Asia meridionale o orientale, in particolare da India
o Cina. I cittadini di Ecuador, Brasile e Colombia costituiscono la
quota più elevata di stranieri di origine americana residenti
nell'UE.
L'esigenza - la carenza da mitigare
Dato l'alta percentuale di presenze
straniere nei territori nazionali oggi, a differenza degli scorsi
anni, i beneficiari delle attività di supporto ai vulnerabili
includono una percentuale rilevante di soggetti che non conoscono o
hanno una conoscenza limitata della lingua nazionale.
La padronanza delle lingue
straniere tra gli operatori che hanno diretto contatto con i
vulnerabili è generalmente insufficiente a sorpassare la barriera
linguistica che si presenta nel caso che il beneficiario
dell'attività dell'operatore non padroneggi la lingua del paese
ospitante; anche ne caso di conoscenza comune da parte dell'operatore
e del vulnerabile di una cosidetta lingua “neutra” (inglese o
francese) è estremamente raro che la padronanza di entrambi sia tale
da inpedire difficoltà di comunicazione.
Occorre quindi mettere in atto
azioni utili al sorpassare o mitigare la barriera linguistica nelle
attività di supporto ai vulnerabili
Obiettivi:
Aspirazione del progetto è la
riduzione la barriera linguistica che sempre più spesso si presenta
nelle attività di supporto ai vulnerabili
I primi prodotti del progetto
saranno:
1) la diffusione di "frasari"
tematici (in forma elettronica, cartacea, stampabile, app per il
cellulare ecc.... ) che siano strumenti utili nei vari ambiti di
supporto ai vulnerabili ove è presente una difficoltà legata alla
lingua.
2) la realizzazione di una rete di
singoli cittadini/istituzioni/enti vati che collabora spontaneamente
alla realizza realizzazione e diffusione di questo genere di ausili
Beneficiari:
I beneficiari diretti della buona
riuscita del progetto sono i soggetti che si trovano in posizione di
vulnerabilità e che, necessitando di un supporto urgente, avranno la
materiale possibilità di accedere ai servizi offerti dalle
organizzazioni che offrono supporto al pari degli altri soggetti che
hanno padronaza della lingua comunemente utilizzata nel Paese ove si
trovano
Beneficiari indiretti sono
individuati negli operatori delle organizzazioni che offrono
supporto ai vulnerabili in vari ambiti e, in generale alla
organizzazioni stesse; i primi potranno massimizzare la propria
attività mentre le organizzazioni ridurranno l'effort necessario per
sanare in una prima fase emergenziale la carenza comunicativa.
Attività
Sensibilizzazione all'esigenza
tramite pubblicazioni, incontri specifici, campagna di comunicazione
orientata agli operatori e alle organizzazioni
Realizzazione di una rete di
soggetti che co-promuovano i prodotti del progetto e collaborino
alla realizzazione.
Redazione delle linee metodologiche
per la realizzazione dei frasari da distribuire e degli ausili
Promozione tramite i canali di
comunicazione istituzionali del progetto
Strategie e metodologia
Per la realizzazione del progetto si
vuole applicare la seguente metodologia di lavoro
Partenariato e alleanze interni e
con le comunità con cui ci opera, al fine di reperire sia mezzi
(economici e non) che competenze per moltiplicare i risultati
attuazione
un sistema a “rete paritetica” ove ogni gruppo o singolo abbia
pari dignità e posa proporre facilmente a tutta la comunità
partecipante al progetto di affrontare una specifica vulnerabilità
su cui far confluire gli sforzi di tutti
A
livello decisionale, in ottica di trasparenza e di fiducia reciproca,
sarà l'intera comunità interessata e non solo l'organizzione
proponente.
la fiducia della comunità e delle
istituzioni del territorio in cui si opera.
attuazione del miglior compromesso
tra valorizzazione delle esperienze e capacità già acquisite dalla
struttura o dai singoli e innovazione dei modelli organizzativi e
rotazione degli incarichi interni in modo da garantire sia continuità
d'azione che innovazione.
Istituzione di un Comitato di
Coordinamento formato dai rappresentati delle organizzazioni partner
e di singoli partecipanti.
L’impatto dell’azione di questa
forma di "équipe" sulla comunità potrebbe essere
decisivo; infatti, i membri del comitato di coordinamento cercheranno
di convogliare tutte le risorse istituzionali a disposizione del
territorio verso il soddisfacimento dei bisogni degli utenti mediante
la creazione di nuovi servizi, raggiungendo, così, obiettivi comuni
diretti al benessere della collettività.
Per realizzare questo tipo di
strategia è necessario che i dirigenti dei servizi riescano a
chiarire fino in fondo le aree ed i settori di reciproca competenza.
La rete fra le istituzioni può
essere nutrita e prodotta non solo dai Comitati di coordinamento dei
servizi ma anche attraverso la costituzione di una sorta di "agenzia
di segretariato e d’informazione".
Tale organizzazione non si prefigge
di svolgere nessuna prestazione diretta agli utenti ma ha il compito
di tenere un continuo e sicuro raccordo tra le varie istituzioni.
Essa può essere considerata un punto di riferimento per gli
operatori ma anche per tutte le persone alle quali, in particolare,
fornisce informazioni preziose soprattutto quando è necessario
capire quali sono le risorse disponibili nella comunità.
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